1 Introduzione tesi

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INTRODUZIONE

Il didjeridoo è come un sottile, invisibile filo che accompagna l’evoluzione storico-culturale del continente aborigeno australiano fino ai giorni nostri. Questo strumento musicale, usato nelle comunità indigene prima della colonizzazione, si trova ancora oggi, non solo all’interno dell’Australia contemporanea, ma anche nel panorama internazionale, seppur utilizzato in contesti diversi da quelli del suo uso originario.

Per meglio comprendere il percorso evolutivo del didjeridoo che, pur mantenendo la sua connotazione rituale presso le popolazioni aborigene, diventa un oggetto di scambio nel mercato internazionale come strumento concertistico, souvenir per turisti, oggetto d’arte e strumento terapeutico, è necessario considerare la sua collocazione nei diversi contesti culturali aborigeni e non, e nei diversi periodi precedenti e seguenti la colonizzazione britannica, fino al presente. Sarà questo il filo conduttore dell’elaborato.

Le fonti bibliografiche e sitografiche che si sono cercate per questo approfondimento consentono di contestualizzare l’uso rituale dello strumento nei diversi ambiti culturali e spazio-temporali. Per la bibliografia si è consultata una varietà di materiali. Sono stati indispensabili i testi di carattere storico, culturale e artistico sulle comunità aborigene, per meglio inquadrare l’originario impiego sociale di questo strumento da parte dei nativi. Si sono poi consultati testi specifici sul didjeridoo che trattano della sua origine e lo analizzano come strumento musicale. Si è poi ampliato lo sguardo alla tecnica di suono e alla considerazione dei cambiamenti nell’uso strumentale internazionale, in generale, e italiano, in particolare.

Si è ritenuto opportuno considerare anche studi di antropologia relativi alla concezione spirituale, ai riti e ai miti autoctoni per meglio comprendere la  valenza sacra del suono. Manuali di sociologia e musicoterapia hanno permesso, poi, di capire meglio l’uso dell’Yidaki1 nella medicina alternativa. Nella sitografia si sono elencati i siti delle comunità aborigene australiane consultati, assieme ai blog di suonatori, musicoterapeuti e appassionati del didjeridoo, così da completare e approfondire gli argomenti già affrontati in sede bibliografica. I siti internet hanno anche permesso di entrare in contatto diretto, tramite la posta elettronica e skype, con antropologi e musicisti che hanno collaborato al completamento della ricerca del presente elaborato rilasciando interviste e testimonianze. Si è anche realizzata una discografia orientativa che segnala alcuni tra i cd e i brani maggiormente noti degli artisti citati nella tesi. Ciò consente di conoscere l’utilizzo dello strumento in diversi generi musicali, prodotti sia da artisti aborigeni sia da artisti australiani non aborigeni, internazionali, italiani compresi.

Per affrontare l’analisi dell’evoluzione nell’uso di questo strumento millenario, divenuto simbolo dell’aborigenalità, la tesi sarà così articolata. Il primo capitolo considererà il contesto storico, culturale e artistico in cui lo strumento nasce, concentrando l’attenzione sulle culture aborigene nel periodo della storia coloniale del continente. Il secondo capitolo avrà come protagonista il didjeridoo esaminato nella sua evoluzione: da strumento della tradizione aborigena a strumento internazionale, a icona dell’aborigenalità nel panorama musicale globale. Il terzo capitolo, infine, vedrà il didjeridoo in un’ottica terapeutica tramite la presentazione di casi di studio e testimonianze.

Lo strumento viene chiamato dalle comunità aborigene in almeno cinquanta modi diversi a

seconda del luogo e delle etnie: djalupu, djubini, ganbag, gamalag, maluk, yidaki, yirago, yiraki,

yigi yigi. Cfr. Kleinert, Sylvia and Neale, Margo, The Oxford Companion to Aboriginal Art and

Culture, Oxford, Oxford University Press, 2000.

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