Maria Messina

Maria Messina @ Bazura (circolo ARCI – Torino) 07/02/2015

 
Ho avuto il piacere di conoscere Maria Messina un paio di anni fa, al termine di un mio concerto.
Mi lasciò un suo CD intitolato “Never walking shoes”. Capita spesso di scambiare CD tra musicisti, altrettanto spesso li inserisco nell’autoradio, skippo rapidamente le tracce e ripongo nella custodia.
Non questa volta.
L’album, interamente in inglese (eccetto una bonus track), suona bene, davvero interessante, al livello di una band internazionale.
Infatti, mentre per lo spettacolo live, il set è più minimale rimanendo adeguato al contesto, nell’album si trovano strumenti ad arco ed una batteria per andare incontro ad un pubblico più ampio, forse.
Maria è compositrice, arrangiatrice ed autrice dei testi. Facile da ascoltare, quasi radiofonica, ma non banale, tanto che si fa riascoltare volentieri più volte senza annoiare. Non potendo descriverla meglio e più brevemente, riporto dal suo sito: “Raramente si è vista in Italia una cantautrice unire suoni etnici, melodie pop, arrangiamenti quasi gotici e una verve da folksinger doc. Un approccio che ricorda le sperimentazioni di altre grandi voci, da Kate Bush a Tori Amos, da Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins fino a Bjork.”
Ma il meglio Maria lo dimostra Live.
Maria si presenta sul palco in modo semplice, i testi dei brani e le presentazioni di ogni singolo pezzo dimostrano ogni volta la passione e l’interesse per i suoi progetti musicali. maria2Probabilmente farebbe anche a meno del palco… non sembra infatti cercare il consenso del pubblico a tutti i costi. Un peperino che riversa nei suoi gesti ed anche nei contenuti dei suoi testi (quelli in Italiano poi più comprensibili a tutti) sensazioni , sfoghi e temi di vita quotidiana come “odio fare shopping”. ma in modo ilare e senza prendersi troppo sul serio.
Le presentazioni dei brani, infatti, tendono talvolta addirittura a sminuire il suo operato… forse per smorzare l’emozione. altre volte scherza col pubblico… oppure, ancora, si permette di imitare e prendere in giro in modo più che perfetto una sua artista ispiratrice: Carmen Consoli.
Lo scherzo e l’ironia sono ingredienti importanti nel suo spettacolo. Avete mai sentito cantare di mucche e di kebab? Lei lo fa in “pensiero estivo a marzo”. O ancora, fin dal titolo di “ho smesso di mangiare le unghie … perché in futuro potrebbero essere più utili” in cui apre ad una grossa risata del pubblico.
Quando suona e quando canta, è accompagnata da una fisicità tonica e decisamente presente. Quasi come avesse staccato la spina tra l’introduzione ed il brano.
E poi ancora i loop, di cui lei stessa dice: “i miei loop sembrano tutti simili in realtà sono tutti diversi”. Ed ha ben ragione. Tutti diversi, ma nello stesso stile. Uniscono una beatbox abbastanza primitiva ma efficace a vocalizzi per creare tessiture ed armonie, ma anche schiocchi di lingua e molto altro.
Uno in particolare, annunciato come difficile, nel brano “parole sdrucciole”, era talmente rapido e strutturato che mi ha lasciato di stucco. Maria nel frattempo, per lo stesso motivo probabilmente, sorrideva.
Un concerto di contrasti, bella musica, simpatia e dove il pubblico rimane assolutamente appagato.
La chiusura del concerto è stata, dopo l’ultimo sorso di birra: “vi ringrazio per aver resistito fino alla fine, per avere battuto le mani… e per aver riso quando c’è stato bisogno. Mi prendo gli applausi perchè mi hanno insegnato a farlo, poi vado a fumare una sigaretta”.
Attendo il prossimo concerto per andare a riascoltarla… per berci una birra… e aimeh, per fumare una sigaretta. 
L’album “Never walking shoes” è ascoltabile sul suo sito:   http://www.mariamessina.it/album/never-walking-shoes/ 
Il sito di Maria: www.mariamessina.it 

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