1.3.1 IL TEMPO DEL SOGNO: “DREAMING” E “DREAMTIME”

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1.3 LA CULTURA ABORIGENA
1.3.1 IL TEMPO DEL SOGNO: “DREAMING” E “DREAMTIME”

Presenti in ogni cultura, i miti dell’origine assumono presso gli aborigeni australiani una notevole importanza rinvenibile nella particolare dimensione temporale cui essi sono collegati.

L’era della creazione è nota come Dreamtime, termine coniato nel 1899 dagli antropologi Walter Baldwin Spencer  e Francis James Gillen29. Sebbene il Dreamtime si riferisca a uno specifico tempo della creazione, i suoi eventi non si svolgono solo nel passato. Occorre considerare che il concetto di tempo nell’ontologia aborigena non è lineare bensì ciclico. Pertanto, i concetti occidentali di tempo lineare, con la loro separazione tra passato e presente, rendono difficile descrivere il Sogno così come viene concepito dal pensiero aborigeno.

Per questi motivi, l’antropologo William Edward Hanley Stanner introdusse il termine Dreaming in opposizione alla definizione classica di Dreamtime. La differenza con la tradizione è chiara nella forma verbale del gerundio che evidenzia e descrive una natura temporalmente non finita, una sorta di eternità in divenire. Infatti, per gli aborigeni, l’era della creazione non è un’età dell’oro passata e rimpianta. Essa è una dimensione che si rinnova tutti i giorni nel mondo indigeno australiano tramite rituali che a quell’età fanno riferimento. Il termine Dreaming traduce l’originale termine Altyerrenge che deriva a sua volta dalla parola Altyerre, presente solo nei dialetti di Arrernte, una vasta area semidesertica situata al centro del territorio australiano. In quest’area l’espressione Altyerre areme è utilizzata proprio per indicare l’azione di sognare mentre Altyerre Ileme indica il processo di raccontare storie30.

Esiste infatti una forte e indissolubile connessione tra la creazione del Dreaming e la narrazione di storie e miti legati a quest’ultimo. Nel Dreamtime gli antenati prendono vita e formano con la loro azione tutto il mondo. I progenitori indicano la strada, descrivono come deve essere il mondo e definiscono rituali che tutt’oggi sono completamente seguiti dai loro discendenti.

Frequentemente conosciuti come spiriti ancestrali, nella letteratura antropologica, i personaggi mitologici del Dreaming viaggiarono dà luogo a luogo, cacciando, eseguendo cerimonie, combattendo e alla fine si trasformarono in elementi naturali o ritornarono nelle profondità della terra dalla quale emersero. Le azioni di questi esseri potenti, umani, animali o mostri, hanno creato il mondo come esiste oggi, fornendogli la forma esterna, ovvero l’identità e il nome, e una struttura interna31.

In genere, gli aborigeni preferiscono sostituire la parola inglese “The Law” al termine “Dreaming”. E’ la legge, che governa il processo della creazione e il mondo. Essa è una sorta di costituzione, una legge fondamentale, senza la quale nulla potrebbe esistere. “The Law is everywhere”32. Di conseguenza, la legge aborigena è differente da quella europea. Essa non cambia, non varia attraverso l’inserimento di nuove norme o il mutamento di governo. Tuttavia, seppur immutabile, la legge deve essere mantenuta attiva. La comunità aborigena deve pertanto collaborare per il mantenimento delle connessioni tra il mondo attuale e l’epoca del Dreaming. Il mantenimento e la percorrenza dei luoghi sacri sono, in particolare, i principali strumenti per la costituzione di un legame permanente tra la vita attuale e l’epoca mitica della creazione. Al fine di attivare costantemente le connessioni con il Dreamtime, le comunità aborigene devono esibire e tramandare la conoscenza dell’epoca della creazione33. Ciò avviene attraverso rituali con canzoni, balli, rappresentazioni sceniche e narrazione di storie e miti. Si crea così un ponte di contatto tra il presente quotidiano e il passato ancestrale. La legge è costituita pertanto dalle usanze, dalla giusta pratica del passato, dalle indicazioni da seguire, dalla regolamentazione rituale e cerimoniale, dai legami di parentela e dall’organizzazione sociale che caratterizzano le comunità aborigene.

 

29 Spencer, Walter, Baldwin, The Native Tribes of Central Australia, London, Adamant Media Corporation, 2000.

30 Kleinert, Sylvia and Neale, Margo, op. cit., pp. 10-11.

31 Di Cesare, Vittorio, op. cit., p. 41-42.

32 Kleinert, Sylvia and Neale, Margo, op. cit., p. 11.

33 Ibidem, pp. 40-41.

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