3.3 MUSICOTERAPIA, DIDJERIDOO E MASSAGGIO SONORO

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3.3 MUSICOTERAPIA, DIDJERIDOO E MASSAGGIO SONORO

Gli effetti della musica sulle persone sono stati studiati da vari punti di vista. Dal punto di vista fisiologico, la musica influisce sui ritmi cardiaci e respiratori, sulla pressione arteriosa, sulla digestione, sul sistema muscolare. In ambito psicologico la musica permette di accedere all’inconscio. Le tecniche psicomusicali, infatti, possono portare allo stato conscio problemi personali e consentono di esplorare il mondo dei desideri, delle paure, delle insicurezze e delle proprie insoddisfazioni. Per quanto riguarda l’aspetto psicopedagogico, il suono, soprattutto se utilizzato nel contesto di esercizi legati al movimento e al ritmo, può contribuire a fornire delle diagnosi circa i riflessi e le percezioni. Può inoltre favorire la creatività, offrendo nuovi e molteplici stimoli. Dal punto di vista spirituale, la musicoterapia è una particolare cura volta a ricreare l’armonia originaria nella persona: parla direttamente all’anima senza bisogno di intermediari137. Secondo la definizione data dalla Federazione Mondiale di Musicoterapia:

 

La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un cliente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che il paziente o la paziente possano meglio realizzare l’integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possano migliorare la qualità della loro vita grazie ad un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico138.

 

Secondo questi esperti, dunque, la musicoterapia, con l’aiuto del terapeuta e l’utilizzo di un codice alternativo rispetto a quello verbale, permette di comunicare, usando il suono e la musica come chiavi per aprire canali di comunicazione sul mondo personale. In molte delle culture dell’antichità, musica e medicina erano spesso una cosa sola. Alla musica veniva attribuito un potere incantatore sulla parte irrazionale dell’individuo, in grado di procurare benessere e in casi di malattia di ricostituire l’armonia perduta. Ancora oggi, nelle tradizioni delle culture sciamaniche si possono trovare rituali che permettono di immaginare lo spirito con il quale venivano svolte simili cerimonie. Le melodie sono perlopiù molto semplici con una forte presenza ritmica, cantilenanti, ripetute in continuazione dai membri della tribù raccolti intorno al malato. La funzione di queste melodie e di questi canti è quella di indurre uno stato di profondo rilassamento alla persona in cura, che sente così di essere appoggiata e sostenuta nella sua lotta contro la malattia139. L’impiego della musica a scopi curativi è stato importante (e sembra esserlo ancora) in numerose culture: nella mitologia greca, nei riti delle prime nazioni d’ America e degli aborigeni dell’Australia, nella cultura cinese e tibetana e in quelle ebraica e cristiana.
Tuttavia, il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si è sviluppato all’inizio del secolo XVIII: il primo trattato di musicoterapia, infatti, risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard Brocklesby140. Per quel che riguarda il didjeridoola musicoterapia ufficiale non riconosce ancora le virtù terapeutiche che in molti gli attribuiscono. Ciò dipende principalmente dal fatto che non sono ancora stati fatti esperimenti scientifici mirati per approfondire quello che la vibrazione e il suono dello strumento provocano sul corpo umano. Il didjeridoo è usato come strumento nella terapia del suono per combattere lo stress, l’ansia, i pensieri negativi e può aiutare il paziente nell’acquisire maggiore energia, benessere e autostima. Inoltre la terapia del suono è utilizzata come aiuto per combattere condizioni quali: dislessia, emicranie, tachicardia, epilessia, cancro, ictus141. E’ provato che i suoni bassi favoriscono il rilassamento e che la nota base del didjeridoo si avvicina come frequenza alle onde cerebrali del sonno profondo e della meditazione142.

Il massaggio sonoro è la tecnica maggiormente utilizzata nell’ambito della musicoterapia attuata per mezzo del didjeridoo. Questi trattamenti sono praticati da suonatori musicoterapeuti. Il suonatore si avvicina, con lo strumento, al corpo dell’utente. La vibrazione dello strumento accarezza la pelle e si sofferma dove ce n’è più bisogno, cioè nei punti critici dell’individuo. Il suono viene percepito attraverso l’orecchio e la vibrazione viene avvertita come un leggero calore che entra attraverso i tessuti corporei. Solitamente il musicoterapeuta inizia il massaggio dagli arti inferiori passando poi a quelli superiori per concentrarsi infine sul tronco, che è la parte più recettiva. Questa parte agisce come amplificatore delle onde sonore e delle vibrazioni che si propagano per tutto il corpo. Il trattamento dura in media dai dieci ai venti minuti, e varia in base alla risposta del soggetto e alla sua capacità di attenzione e rilassamento. In alcuni casi particolari si è notato il bisogno di un ascolto più incisivo: il massaggio avviene appoggiando lo strumento all’ orecchio. Il suono affascinante e primordiale del didjeridoo permetterebbe, con questo contatto immediato, di interagire direttamente con l’inconscio. Il suono viene percepito attraverso l’orecchio e da qui si propaga in tutto il corpo143. Secondo Agnese Donini144, esperta di musicoterapia e massaggio sonoro, sono diverse le esperienze interiori che si provano durante e dopo il trattamento: “Attraverso la vibrazione si possono avvertire sensazioni di caloredi leggerezza fluttuazioneIn generale, l’esperienza tende a dare la sensazione di unione tra la mente, l’anima e il corpo, in un unico suono”145.

 

In merito, Papi Moreno, musicista che pratica il massaggio sonoro afferma che:

Sono tipiche e ricorrenti le sensazioni di leggerezza e fluttuazione. La mia esperienza mi ha insegnato che il suono e le vibrazioni del didjeridoo dinamizzano il corpo dando una sensazione di rinnovata energia. Essi entrano in risonanza con gli organi malati stimolandoli e aiutandoli a reagire; addolciscono le tensioni fisiche e psichiche. Inoltre aiutano ad ascoltare in profondità il proprio corpo e di conseguenza le sue esigenze, stimolando anche l’intuito e la creatività146.

 

Si possono riscontrare gli effetti di queste tecniche, in modo dettagliato, dalle esperienze di alcuni suonatori e musicoterapeuti intervistati dalla scrivente.

 

137 Cfr. http://www.agnesedonini.it/index.php?option=com_content&task=view&id=13&Itemid=53

138 Cfr.http://scalcerle.provincia.pd.it/index2.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=92

139 Orlandi, Claretta, op. cit.

140 Cfr. Ezzu A., Messaglia R., Introduzione alla musicoterapia, Torino, Musica Pratica, 2006; Benenzon R.O., Manuale di musicoterapia, Roma, Borla, 1983.

141 Cfr. http://www.simplydidgeridoo.com/didgeridoo-healing/

142 Cfr. http://www.lamentemente.com/2009/07/14/musicoterapia/

143 Cfr.http://www.marcoavena.it/armonico%20didjeridoo%20sonoro%20marco%20avena.htm

144 http://www.agnesedonini.it/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1

145 Intervista tramite e-mail della scrivente a Donini Agnese del 7 marzo 2014, non pubblicata.

146 Intervista tramite e-mail della scrivente a Papi Moreno del 2 marzo 2014, non pubblicata.

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