6.1 Principi base sul didjeridoo

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STRUMENTO E CARATTERISTICHE DIMENSIONALI
6.1 Principi base sul didjeridoo

Come già visto nei precedenti capitoli, il didjeridoo fa parte degli strumenti ad ancia labiale. Gli strumenti musicali aerofoni emettono il suono per mezzo di una vibrazione di aria, per mezzo di un’ancia appunto che ne fa vibrare la colonna d’aria ma senza impegnare in modo evidente il corpo dello strumento (come avverrebbe invece in uno strumento a corda acustico).
Esistono differenti tipi di ance, prima ancora esistono due famiglie principali di strumenti ad ance. Gli strumenti a fiato o quelli a mantice.
Nel primo caso l’aria è soffiata dal musicista, nel secondo l’aria è appunto sospinta da un mantice.
Nella classificazione di Hornbostel-Sachs, gli strumenti aerofoni sono ulteriormente divisi in due classi, a seconda che l’aria che vibra sia contenuta in una cavità dello strumento (aerofoni risonanti), oppure no (aerofoni liberi). Gli aerofoni risonanti sono strumenti a fiato in cui il suono è amplificato o modificato attraverso un canale o camera, chiamata colonna d’aria. Negli aerofoni liberi invece, il suono emesso esce dallo strumento senza subire alterazioni.
Ricordiamo tra gli strumenti a mantice: la fisarmonica e la cornamusa.
La fisarmonica come aerofono libero, la cornamusa come aerofono risonante.
Tra gli strumenti a fiato, il didjeridoo e la tromba tra gli aerofoni risonanti (ad ancia labiale), l’armonica a bocca tra gli aerofoni liberi.
I diversi tipi di ance sono invece, l’ancia singola, doppia o labiale. Ognuna di esse dà vita ad un suono ovviamente differente, la prima batte contro il corpo dello strumento, l’ancia doppia, sono due ance contrapposte che battono vicendevolmente, l’ancia labiale, come nel caso degli ottoni e del didjeridoo, le labbra battono tra di loro in una sorta di pernacchia. La vibrazione delle ance è direttamente proporzionale alla frequenza della nota che devono eseguire.

Più precisamente per la forma cilindrica dello strumento, si potrà utilizzare la formula:

formula-cil

fn = frequenza delle note suonabili
n = 1 (fondamentale), 2 (primo toot), 3 (secondo toot), ecc.
L = lunghezza del tubo [m]
d = diametro interno del tubo [m]
v = velocità del suono [m/s]

Mentre per uno strumento perfettamente conico:

formula-con

fn = frequenza delle note suonabili
n = 1 (fondamentale), 2 (primo toot), 3 (secondo toot), ecc.
L = lunghezza del tubo [m]
d0 = diametro interno del tubo all’imboccatura [m]
d1 = diametro interno del tubo alla campana [m]
v = velocità del suono [m/s]

Sono state riportate le formule per due tipi di strumenti “perfetti” dal punto di vista della forma. Chiaramente un didjeridoo in legno avrà una sezione variabile su tutta la lunghezza rendendo decisamente improbabile un calcolo tramite l’utilizzo di una formula. Inoltre, le formule tengono conto solo della frequenza della nota ma più complesso sarebbe intuirne il timbro. Il timbro infatti è il suono caratteristico che distingue uno strumento da un altro. Per esempio, ascoltando una stessa melodia suonata da una tromba o da un violino, sarà facilmente riconoscibile lo strumento che la produce.
Lo strumento, oltre a produrre la nota, produce una serie di armonici che definiscono il colore del suono.
Uno strumento conico è molto più ricco di armonici, soprattutto nel campo di frequenze compreso tra la fondamentale ~50/100 Hz e 1000 Hz rispetto ad uno cilindrico. Risulterà invece più facile enfatizzare gli armonici prodotti dal variare del volume del cavo orale soprattutto sugli strumenti cilindrici. Un suono meno corposo,  mette maggiormente in evidenza il “silenzio” che intercorre tra nota base ed armonici (vedi § 6.4.1 e 6.4.2).

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