1.6 La canzone aborigena

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LA PRATICA MUSICALE NELLA CULTURA ABORIGENA AUSTRALIANA
1.6 La canzone aborigena

L’espressione vocale è, come abbiamo visto la principale caratteristica della musica aborigena.
Nonostante le differenze di stili ed esecuzioni riportate nelle diverse aree analizzate, esistono delle similitudini significative che si devono necessariamente sottolineare alla luce di un’attenta indagine.
L’insieme di più canzoni, come abbiamo già visto, forma un ciclo narrativo che descrive le gesta di un antenato totemico lungo tutto il percorso che ha intrapreso nella plasmazione del mondo, questa serie così ampia di canzoni non può essere eseguita da un solo gruppo indigeno, ma appartiene, nelle sue divisioni, a più popolazioni che sono separate tra loro anche da diverse centinaia di chilometri.
La particolare evoluzione della pratica musicale aborigena ha permesso che la canzone associata con una particolare linea totemica conservasse la stessa forma melodica lungo tutto l’arco della sua esecuzione.
Questo significa che nel caso di percorsi ancestrali sviluppatisi per migliaia di chilometri, la stessa linea melodica si distribuisce e si conserva invariata all’interno di aree che presentano differente cultura con linguaggi e tecniche musicali diverse.
Quello che si conserva sono cellule melodiche universali che vanno al di là delle modalità di esecuzione stessa, per cui un visitatore di un’area a lui sconosciuta, pur non comprendendo il linguaggio che i musicisti usano nella canzone, può stabilire a quale linea totemica essa appartenga.
La canzone del proprio antenato ha un ruolo importante nella formazione dell’uomo adulto, è parte della sua stessa identità e riconoscere la propria canzone in un altro “paese” è un fatto di grande importanza, significa avere con quel luogo un legame, significa avere il diritto di passare su quelle terre e, in molti casi, il diritto di sfruttarle economicamente.
Queste canzoni legano il presente spaziale dei diversi paesi e il presente temporale con il passato – però eterno – del Tempo del Sogno, “il cantante è parte di un continuum; sta rivivendo gli eventi di un’altra era, ed è tuttavia parte di essi.” Sono canzoni a cui viene attribuita una particolare qualità, la possibilità di andare al di là dei confini:

Nelle lunghe vie dei canti che raccontano degli antenati del Tempo del Sogno, la melodia attraversa i confini tribali e segue gli antenati nel loro viaggio originario.

Tuttavia, nonostante queste occasioni di confronto a livello comunitario, le differenze presenti nell’organizzazione della conoscenza e le diverse figure sociali hanno dato luogo a diversi corpi di canzoni.
1.6.1 I cicli totemici delle canzoni

Per un’adeguata comprensione di questi cicli cantati si deve porre in primo luogo l’attenzione al ruolo che la mitologia assume all’interno della pratica musicale. Il mito è quasi totalmente pervasivo nella produzione musicale aborigena, gli argomenti più importanti delle canzoni, come abbiamo sottolineato nel paragrafo precedente, sono quelli che riguardano i progenitori ancestrali, le loro azioni e il loro viaggio.
Musica e mito insieme creano significati, organizzano la percezione del mondo esterno, stabiliscono categorie conoscitive della realtà. L’importanza dei progenitori totemici è di primo rilievo, l’identificazione con loro è totale, il corpo dell’uomo partecipa di quello del suo antenato, le sue gesta sono ripetizione di quelle avvenute nel Tempo del Sogno.
La storia del mito diventa allora parte della vita stessa dell’uomo e per questo il testo della canzone non può che ripercorrerne le tappe. La struttura del mito è formata da più eventi, ognuno dei quali associati con una particolare azione dell’antenato totemico. Queste azioni si collegano a loro volta con posti determinati nei quali sono accadute.
Con la stessa forma si presenta il ciclo totemico delle canzoni: ogni singola canzone racconta di un determinato avvenimento correlato ad un posto e tutte insieme ripercorrono l’intero cammino del progenitore ancestrale.
Dei versi cantati lungo tutta la canzone si potrebbe disegnare una mappa, seguendo l’ordine temporale degli avvenimenti e quello spaziale dei luoghi interessati. Il termine ciclo non è mai stato tanto appropriato in riferimento a queste particolari composizioni musicali.

Il paese di appartenenza può essere attraversato da moltissime strade totemiche e non necessariamente tutte si riferiscono al proprio antenato, la commistione di gruppi che viene a crearsi all’interno di una determinata area facilita enormemente la possibilità di scambi. Inoltre, come abbiamo evidenziato sopra, la stessa strada totemica può essere condivisa da gruppi di aree diverse. Il sistema organizzativo del mito australiano è simile ad una fitta rete di intrecci e la ritualità musicale che ogni gruppo ha instaurato al suo interno permette continui scambi attivi tra i gruppi.
È questa la caratteristica fondamentale del sistema totemico-rituale aborigeno australiano. Un paese non risulta mai limitato nei confini spaziali di stanziamento delle proprie popolazioni e questo perché dall’interno di esso escono linee totemiche di viaggio che possono essere a tutti i diritti seguite dai loro proprietari, e, per lo stesso motivo, all’interno della propria area sono presenti altre linee ancestrali. I confini determinati da queste linee non sono divisori, ma sono confini che uniscono.
I cicli di canzoni descrivono tutte queste strade e questi avvenimenti mettendo in relazione diversi posti e differenti popolazioni, ma oltre a questo svolgono un importante ruolo formativo.
Parte fondamentale di questa educazione risiede anche nelle danze che accompagnano lo svolgimento delle canzoni, sono esibizioni coreutiche che si basano sul testo dell’esecuzione musicale, i progenitori vengono imitati con particolari gesti caratteristici e viene altresì mimata l’azione che essi hanno compiuto in un particolare luogo. Come per l’espressione musicale anche questa viene imparata per imitazione, i giovani del gruppo, fin da una tenera età, si uniscono alle danze seguendo i passi dei più grandi.
Nell’insieme di elementi che compongono un’esecuzione rituale ve ne è un altro di uguale importanza: il disegno.
Ogni ciclo totemico porta con sé anche l’espressione grafica dell’antenato di cui si occupa. Stilizzazioni o idealizzazioni delle sue forme o delle sue orme, entrano a pieno titolo nell’esecuzione della cerimonia.
Spesso canzoni eseguite da donne hanno luogo proprio durante i preparativi attraverso i quali il corpo degli attori principali del rito viene ricoperto con motivi totemici particolari. In generale la simbologia del segno è sempre molto presente nel rituale aborigeno.
Sia che siano aperte o chiuse queste cerimonie assolvono perciò a diverse funzioni importanti all’interno della comunità: impartiscono un’importantissima educazione alle persone che ne vengono in contatto.
Descrivono specie animali e vegetali culturalmente ed economicamente importanti nelle loro caratteristiche principali e nel loro ambiente ecologico, danno precise indicazioni sull’ubicazione di luoghi sacri ed importanti, raccontano la storia della propria gente, forniscono precetti comportamentali utili all’evoluzione del comportamento sociale. In pratica la musica è una grande istituzione educatrice e le canzoni sono i maestri impiegati in queste operazioni. La mitologia trova la sua massima espressione nella canzone, il mito è trasferito nella pratica rituale e prende forma nelle danze a lui associate.

8 Catherine Ellis, Function and Features of Central and South Australian Aboriginal Musics, in Jennifer Isaacs, 1979, pag.24.

9 Catherine Ellis, 1985, pag.106.

10 Seguire i passi implica entrare all’interno di un percorso che è quello eseguito dagli esecutori della cerimonia, ma soprattutto quello che gli antenati intrapresero nel Tempo del Sogno.

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