10.8 Wobble

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TECNICHE PER COMPORRE RITMI
10.8 Il Wobble (aggiornamento del 7 settembre 2014)

Wobble, dall’inglese: tremare, traballare, indica un suono o meglio, un ritmo, sufficientemente veloce e quindi difficilmente scandibile o trascrivibile per un orecchio non allenato.
Probabilmente coniato la prima volta da Charlie McMahon che ha utilizzato questo termine anche per alcuni titoli dei suoi brani come ad esempio “Pig wobble” tratto dall’album “Travelling Songs” del 1994.
Da allora molti suonatori che hanno cominciato a suonare senza un insegnante che potesse guidarli (non ce n’erano molti in passato) cominciarono a eseguire la semplice respirazione circolare inserendo su di essa alcune brevi concatenazioni di armonici e talvolta qualche “colpo” ritmico per scandire meglio il tempo.
Di per sé si tratta esclusivamente di un breve riff ritmico ripetuto ostinatamente ed in modo estremamente rapido, al punto tale che un riff potrebbe essere suonato nel tempo di ¼.
Essendo un effetto basato sulla rapidità, come da prima descritto, non è immediato risalire alle posizioni fonetiche che concorrono a creare questo suono traballante. Tuttavia, con l’impegno e l’attenzione, è possibile riconoscerli, trascriverli e suonarli.
Data questa difficoltà iniziale, si era portati a pensare che ogni suonatore che avesse elaborato un suo wobble personale avesse “creato” anche uno stile nuovo o personale.
Il tempo ha invece dato torto a questo modo di pensare, dato che, è pur vero che ognuno può creare (come vedremo in seguito) un suo wobble, ma è da precisare che lo stile è ben altra cosa; il tempo ci ha abituato a vedere e soprattutto ad ascoltare differenze stilistiche ben più importanti che non il semplice suono traballante della durata di una frazione di secondo.
Senza dimenticare ciò, il wobble, a tutti gli effetti può rientrare a far parte di parti di brano o di brani interi con ottimi risultati dando vita a groove, ritmo e sonorità davvero stimolanti.
Nel primo volume abbiamo imparato che esistono diversi tipi di respirazione circolare, dette di guance, di mandibola e di lingua; abbiamo imparato l’utilizzo degli armonici, importantissimi ora, ma anche l’utilizzo della lingua per comporre ritmi, della gola ad esempio e, meno utilizzata nel wobble, anche la voce.
Ogni elemento appena indicato potrebbe concorrere a creare un wobble, gli unici limiti sono la vostra fantasia e la padronanza acquisita con lo strumento.
Più spesso il wobble viene creato durante l’improvvisazione dopo numerosi tentativi, sarebbero quindi da ritenersi di natura fortuita; difatti molti musicisti non sono in grado (o non hanno interesse?) di divulgare ciò che fanno. Per chi si appresta ad affrontare questa tecnica è possibile scrivere e studiare un riff per wobble a tavolino.

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