6.4.2 Breve studio sulla dinamica del suono

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STRUMENTO E CARATTERISTICHE DIMENSIONALI
6.4.2 Breve studio sulla dinamica del suono

Ora si vedrà quando utilizzare uno strumento conico per fare musica moderna. Oltre a cambiare tipo di strumento musicale, è necessario cambiare anche l’analizzatore. Un qualsiasi software per fare musica che mostri i volumi dell’intero brano può fungere allo scopo.
Con questo software, potrete appunto comparare i volumi, ma soprattutto analizzare come questi aumentino o diminuiscano. Questo perché il volume dell’intero brano è importante, ma come utilizzarlo lo è ancora di più.
Il didjeridoo è conosciuto come strumento dalla nota lunga e costante, in ogni caso, per poter eseguire un ritmo udibile ed orecchiabile è necessario enfatizzare i picchi di volume che scandiscono il ritmo.
La musica negli ultimi anni si è evoluta molto con l’avvento dell’ elettronica. Ma già nel passato, gli stili musicali si sono evoluti su temi e suoni più decisi magari più minimalisti.
Partendo dalla musica classica, si può notare come le percussioni venissero utilizzate anche per tenere il tempo, ma non solo, il loro suono aveva maggior importanza nella struttura melodica dei brani che è decisamente più complessa, riff o ritornelli sono assenti.
La musica leggera ha invece diminuito i musicisti, lasciando maggior spazio ai pochi componenti dei gruppi. La percussione viene utilizzata in maniera più costante in tutto il brano suonato ed è lo strumento che, oltre a tenere il tempo per la band, è di grande impatto per l’ascoltatore che più facilmente terrà il ritmo con una mano o un piede.
E così via passando per il rock, il pop, l’hip hop, disco music. Questi, mano a mano lasciano il silenzio al posto dei suoni (fatta eccezione per la musica da discoteca). Al contrario, la base ritmica ha funzione fondamentale. Spesso è facile ascoltare in radio brani con solo la parte ritmica ed una brevissima melodia che si ripete per tutto il pezzo.
Parecchi di questi brani hanno fatto successo, probabilmente per questo concetto. Così, utilizzando anche un basso volume durante l’ascolto, la musica non perde di ritmo e ascoltabilità.
Le prossime tre immagini, figura 1, 2, 3, tratte da differenti brani, mostrano come sia stata forte questa evoluzione negli ultimi trenta anni.

dinamica1

In questa prima immagine, figura 1, vedete 20 secondi suonati dai “the Do-ors” negli anni ‘70. Tutti gli strumenti, basso, chitarra, tastiera, voce e batteria, suonano contemporaneamente. È possibile vedere qualche picco di volume che non necessariamente corrisponde alla parte ritmica.
La strumentazione di registrazione inoltre doveva essere più sincera, ma poteva anche penalizzare questo aspetto. L’effetto è un po’ lounge e tranquillo.

dinamica2

Questo altro brano, figura 2, invece, è suonato da Battiato negli anni ‘90. Molto facile da comparare. Si nota subito la struttura ritmica anche se i suoni non sono estremamente pompati. C’è un background leggero ed infine la voce. Il brano è più lento ma più deciso.

dinamica3

Questa ultima immagine, figura 3, altri 20 secondi di Eminem. Il back-ground non esiste, ci sono pochissimi suoni percussivi ed una linea di basso minimale. I picchi sono chiarissimi ed emergono dalla sola voce. Ogni tanto si vede il silenzio.
L’orecchio umano percepisce maggiormente la differenza di volume piuttosto che un volume costantemente alto.
Per avere una buona dinamica, il suono dovrebbe soprattutto aumentare quasi istantaneamente e decrescere nel minor tempo possibile.
Un esperimento da fare è semplice. Con il programma che state utilizzando, isolate un suono percussivo, quindi ascoltatelo in avanti e indietro. Sembrerebbe che ascoltando il suono al contrario, il volume sia più basso. In realtà il volume è lo stesso, ciò che è variato è esclusivamente la sua dinamica.
Sotto trovate due modi differenti di suonare. Il primo con un volume leggermente inferiore, ha picchi di volume chiari e ben delineati, il secondo utilizza un volume alto sempre, il risultato è un groove meno udibile rispetto al precedente, dato che la differenza di volume tra “silenzio” e suoni è esigua.

Aggiungendo un didjeridoo, si rischia di ridurre la dinamica del brano intero; questo potrebbe essere il motivo per cui, seppur tanti musicisti pop vorrebbero utilizzarlo, la maggior parte desiste.
In ogni caso il mondo del didjeridoo sta crescendo velocemente ed alcuni suonatori stanno imparando come fare musica seguendo l’influenza di ciò che normalmente si ascolta.
Certo è che una buona conoscenza di questi argomenti, dà la possibilità migliorare più velocemente.

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